Storia contemporanea – Gente comune alla ribalta: nuovi modelli comunicativi (secoli XIX e XX)

Incontro nell’ambito dei Martedì dei dottorandi e delle dottorande

Per i “Martedì dei dottorandi e delle dottorande” – edizione 2023, martedì 21 marzo 2023, dalle 15:00 alle 19:00, si terrà l’appuntamento dedicato al tema “Storia contemporanea – Gente comune alla ribalta: nuovi modelli comunicativi (secoli XIX e XX)”.

Gente comune e Storia contemporanea

II concetto di gente comune nell’universo della contemporaneità ha trovato grande attenzione. La storia contemporanea, più di altre branche, è quella che pone l’individuo al centro del palcoscenico del mondo e delle specifiche società che lo rappresentano.

L’Ottocento vede lo sviluppo dell’idea di Nazione e del relativo nazionalismo che trasforma il singolo in popolo; il Novecento, dal canto suo, porta questa proiezione verso l’unione in apparati dalle pretese universali, che sfociano nella nascita e nello sviluppo dei totalitarismi europei. Ma Novecento è sinonimo anche di contestazione – giovanile e non – e di nuovi protagonismi, singoli e comunitari, che si condensano nel frizzante ‘68; il luogo centrale della piazza è ricerca di diversificazione nei confronti di un mondo borghese arrugginito e arroccato su sé stesso, che cerca di essere scalzato per favorire un ritorno alla gente comune, al popolo, attraverso richieste sociali e politiche.

Infine è il nuovo millennio a rinvigorire e forzare il concetto di ordinary people; qui, i populismi diventano un profondo mantra che, superando la superficialità utopica del progetto, pretendono la creazione del “vero governo democratico”: la politica deve farsi specchio del paese, dipendente dalla gente comune e reso da lei effettivamente reale, in primis attraverso l’abbandono della mediazione nella rappresentanza.

Questo panel vuole interfacciarsi con alcune problematiche che riguardano un gruppo sociale tanto variegato quanto mutevole nel corso delle epoche: dalla preistoria fino alla contemporaneità, esso risulta sempre uguale a sé stesso; eppure, profondamente diverso; la sua resilienza malleabile dà sfogo al cambiamento – o, forse, in specifici contesti, sarebbe meglio dire alla rivoluzione – della società.

La prima sezione del panel è dedicata al secolo XIX ed ha come nucleo centrale lo studio della partecipazione della gente comune, o popolo, alle dinamiche politiche ottocentesche: ma come si sviluppa questa mobilitazione? La creazione di un “canone risorgimentale” (Banti, 2000) costituisce il nucleo fondativo della spinta all’azione per la causa nazionale; non solo letteratura e arte, ma anche gli oggetti di uso comune diventano baluardi per la propria appartenenza politica: fazzoletti, cappelli e tabacchiere (Francia, Sorba, 2021) si trasformano in veicoli che la gente comune utilizza per manifestare la propria mobilitazione in senso nazionale.

La seconda sezione del panel è invece dedicata agli anni ‘60 e ‘70 del Novecento, decenni che hanno rivoluzionato le società occidentali e non sin dalle loro fondamenta. Le questioni affrontate ruotano attorno al concetto di cultura – nella sua più ampia accezione – ed alla sua capacità di mobilitare la gente comune: da un lato, le masse, travolte dal potere della musica e dall’utilizzo di sostanze stupefacenti, trovano un modo nuovo di esprimersi e dare sfogo loro creatività (Turner, 1969 e 1986; Banti, 2017) – costruttrice ma anche distruttrice, se pensiamo alla nuova ondata di malattie come HIV/AIDS –; dall’altro, un’istituzione millenaria come il papato sperimenta nuove forme di comunicazione, reale e mediale, con le società contemporanee, come dimostrano i viaggi internazionali di Paolo VI, il «jet-pope».

In conclusione, per quanto siano argomenti tanto distanti tra loro per cronologia e significato, entrambi permettono di costruire un fil rouge che intende indagare quali siano i mezzi di mobilitazione, come essi agiscano sulla gente comune e quali assonanze e relative distanze si creino tra mobilitazione politica ottocentesca, da un lato, e, dall’altro, mobilitazione a preponderanza culturale novecentesca – laddove culturale diventa una nuova categoria del politico.

In un dialogo multidisciplinare e con conferenzieri appartenenti a generazioni diverse, nonché afferenti a diversificati campi di studio, il semplice interesse nell’aprire un dibattito relativo a questi aspetti si fa necessità per meglio comprendere anche il nuovo millennio, in ciò nel tentativo di mostrare che il vero agente unificatore è uno ed uno soltanto: la gente comune.

Programma

Prof. Gianluca Fulvetti, Università di Pisa
Introduzione e saluti

Prof. Enrico Francia, Università di Padova
Parlare al popolo. Media e comunicazione politica nel Risorgimento italiano

Dott. Ignazio Veca, Università di Pisa
Gente poco comune. Popolo eletto e mobilitazione di massa nelle cultura cattoliche italiane dell’età del Risorgimento

Dott. Sante Lesti, Scuola Normale Superiore di Pisa
L’altra Woodstock: Paolo VI e i suoi fan negli anni Sessanta (1963-1970)

Dott.ssa Maria Elena Cantilena, Università di Trieste
Il dibattito sulle droghe nella posta dei lettori della rivista “Ciao 2001” (1969-1977)

L’incontro si terrà a Pisa in modalità mista, in presenza presso la GIARA – Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium dell’Università di Pisa (Piazza San Paolo all’Orto 20, Pisa) e online su piattaforma MS Teams.

Il link e le informazioni per la partecipazione da remoto, verranno forniti contattando l’indirizzo e-mail: martedideidottorandi.cfs@gmail.com.


Informazioni e contatti

martedideidottorandi.cfs@gmail.com

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