Franco Serantini 50 anni dopo: l’imperativo del ricordo

Venerdì 25 marzo 2022, alle 17:00 presso la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium dell’Università di Pisa (Piazza San Paolo all’Orto 20, Pisa), si terrà l’incontro Franco Serantini 50 anni dopo: l’imperativo del ricordo, per presentare il libro di Michele Battini “«Andai perché ci si crede». Il testamento dell’anarchico Serantini”, Sellerio, Palermo 2022.

Ne parleranno con l’autore:

Stefano Gallo (CNR e Biblioteca Franco Serantini)

Silvia Pinelli

Soriano Ceccanti

Ilaria Cucchi

Mariamargherita Scotti (Istituto Ernesto De Martino).

L’incontro è organizzato dal CdS in Storia dell’Università di Pisa, in collaborazione con Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Biblioteca Franco Serantini, Sellerio Editore, Libreria Ghibellina.

La presentazione sarà trasmessa in diretta sul canale YouTube del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

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«Andai perché ci si crede»

Franco Serantini conobbe molte celle: dell’orfanotrofio, del collegio, del riformatorio – senza colpe se non d’essere orfano e povero – sino alla cella numero 7 del carcere Don Bosco di Pisa. Qui morì il 7 maggio 1972. Due giorni prima era stato arrestato ai bordi di una manifestazione antifascista e massacrato da agenti dell’ordine pubblico. Restò ad agonizzare nell’inerzia del magistrato, dei medici, di infermieri, agenti e funzionari della prigione. Poco dopo, alla «vita e morte dell’anarchico Serantini», Corrado Stajano dedicò uno splendido libro. Raccontò la sua storia, si interrogò sul conflitto tra i poteri dello Stato e una persona sola e inerme.
Mezzo secolo dopo, questo testo rintraccia le carte dei tribunali e degli archivi degli avvocati di parte civile e di singole persone di buona e integra volontà, la cui azione fu determinante per impedire che i documenti di un omicidio venissero cancellati. Sono ora depositati e consultabili presso l’archivio della Biblioteca pisana che alla memoria di Franco Serantini è intitolata.
Là dove si decise per un «non luogo a procedere», l’indagine storiografica e la ricostruzione del contesto politico portano assai lontano dalle conclusioni dei giudici di allora. L’archivio del caso custodisce i riscontri di un crimine e gli indizi sulle responsabilità.
Ma le carte hanno serbato anche, nonostante loro, il testamento politico e morale del ventenne anarchico. E con esso un prezioso sguardo sulla ribellione operaia e studentesca in una delle città cruciali del lungo Sessantotto italiano, e sulle sue radici nelle culture eretiche marxiste e libertarie di due secoli. E la vita breve e la lunga agonia di Franco Serantini riconducono al destino di Giuseppe Pinelli e alla tormentosa vicenda giudiziaria e storica che da Piazza Fontana arriva ai processi per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi.

Il libro sul sito dell’Editore

Locandina Serantini 50 anni dopo

Informazioni e contatti

Michele Battinimichele.battini@unipi.it

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