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Il corso di Laurea magistrale in Scienze per la Pace: trasformazione dei conflitti e cooperazione allo sviluppo (WPXLM81), con titolo doppio organizzato in collaborazione con il Master in Peace Studies dell’Università di Paris-Dauphine, è attivo dall’anno accademico 2015-2016. L’attivazione del titolo doppio ha favorito una maggiore collaborazione con atenei stranieri che lavorano nell’ambito dei Peace Studies e ha aumentato le opportunità di internazionalizzazione per gli studenti iscritti.

Il corso di laurea in Scienze per la Pace: trasformazione dei conflitti e cooperazione allo sviluppo (WPX-LM81) si colloca nel panorama dei corsi di studio della stessa classe presente nel 2020 in 2 atenei nell’area geografica di riferimento (uno in meno rispetto al precedente anno di osservazione) e in quindici atenei italiani.

Gli avvii di carriera al primo anno (iC00a) sono in netto aumento passando da 17 del 2019 a 28 nel 2021. In aumento sono anche gli iscritti (iC00d) da 58 nel 2019 a 65 nel 2020. Il Cds ha una ottima attrattività a livello nazionale: la percentuale di iscritti al primo anno laureati in altro Ateneo (iC04) per il 2020 è del 67,9% più alta della media dell’area geografica di riferimento e da quanto emerso dal dato nazionale.

Nel 2020 3 laureati su 5 hanno acquisito durante la normale durata del corso almeno 12 CFU all’estero (iC11) e nel 2020 su 28 iscritti al primo anno 4 hanno conseguito il precedente titolo di studio all’estero (iC12), a fronte di 1 su 17 nel 2019. In entrambi gli indicatori la perfomance del Cds è migliore del contesto geografico di riferimento e del contesto nazionale. Rispetto al 2019 diminuisce la percentuale di laureati entro la durata normale del corso (iC02) da 66,7% nel 2019 a 45,5% nel 2020, ma la mancanza di dati aggiornati al 2020 degli indicatori relativi alla produttività e regolarità delle carriere (indicatori da iC13 a iC17 e da iC21 a iC24) non permette di fare ulteriori considerazioni.

La percentuale di laureati che si iscriverebbero di nuovo allo stesso corso di laurea (iC18) era 88,9% nel 2019 e 80% nel 2020, percentuale nettamente superiore sia rispetto all’area geografica di riferimento sia rispetto alla media nazionale. In raffronto con l’anno precedente cresce la percentuale di ore di docenza erogata da docenti assunti a tempo indeterminato sul totale delle ore di docenza (iC19), allineandosi alla percentuale riferita al contesto geografico di riferimento e alla media nazionale. Il 90% dei laureandi è complessivamente soddisfatto del
Cds (iC25), dato superiore alla area geografica di riferimento e al contesto nazionale. I dati sulla occupabilità dei laureati sono in calo rispetto al 2019 ma rimangono positivi visto che la percentuale per gli indicatori relativi alla occupazione (iC26, iC27bis, iC27ter) è del 66,7%, percentuale superiore al contesto geografico di riferimento e al contesto nazionale.

Da una analisi complessiva dei dati disponibili e dal confronto con gli altri Cds emergono alcuni punti di forza: l’internazionalizzazione delle carriere, l’attrattività a livello nazionale, la soddisfazione dei laureandi e soprattutto risultati molto incoraggianti per ciò che concerne la occupabilità. La mancanza di dati aggiornati sulla valutazione della didattica non ha permesso di fare considerazioni sulla regolarità delle carriere. Si registra un costante aumento osservando i dati sugli avvii di carriera dal 2016 al 2020. Essendo stato il Cds nell’anno accademico 2020-2021 profondamente rinnovato, la tendenza positiva nel numero degli avvii viene valutata come un buon indicatore della efficacia del progetto di riorganizzazione.

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