Mondo antico

Accelerazioni e resilienze: dinamiche di espansione e processi di crescita negli Early States e negli imperi del mondo antico

Negli ultimi decenni un ambito di ricerca che ha accomunato gli studiosi del mondo antico nella sua accezione più ampia, cronologica e geografica, è stato quello dell’economia (economics). A ciò un contributo importante è stato dato dal volume curato da J.G. Manning e I. Morris, The Ancient Economy. Evidence and Models (Stanford University Press, 2007), in cui si discute se le differenze relative alle diverse aree e periodi riflettano differenze economiche reali nel passato, o siano solo il risultato di variazioni dovute alla natura delle fonti e alle singole tradizioni disciplinari. A favorire inoltre uno studio complessivo dell’economia antica è stata la diffusione, a partire dall’opera di D.C. North, dei precetti della New Institutional Economics, con la loro esigenza di stabilire un nesso forte tra norme e regole sociali e legali – le istituzioni cioè, e non solo quelle pubbliche – e i processi economici.
 Su queste basi si propone un piano articolato in due ambiti strettamente collegati: dinamiche di espansione e processi di crescita. 
Allo sviluppo di queste problematiche il contributo congiunto di storici e archeologi appare imprescindibile.

Dinamiche di espansione

In merito al primo punto per gli studiosi del settore orientale è centrale la riflessione sugli early states, sulla loro origine e il loro successivo sviluppo. In funzione della loro origine (H.J.M. Claessen e P. Skalnik, The Study of the State, de Gruyter, 1981) appaiono determinanti fattori come l’ideologia, ovvero gli elementi che legittimano il potere, e la produzione di surplus. L’espansione territoriale tramite la guerra non pare contribuire in prima istanza all’origine di un early state: essa contribuisce comunque alla creazione/trasformazione delle sue strutture amministrative e religiose. Negli ultimi decenni, inoltre, l’attenzione sempre maggiore al dato archeologico nella ricerca egittologica e vicino-orientale ha aperto alla ricostruzione storica un terreno di indagine integrata più ampio, non più fondato solo sull’immagine che lo Stato offriva di sé nei testi ufficiali, ma in grado di verificarne l’impatto reale sulla dimensione privata e di valutare su basi più concrete i processi di cambiamento e crescita. Soprattutto lungo questa linea si muoverà la ricerca.

Per il mondo greco-romano, l’indagine verterà in particolare sull’età ellenistica e sull’età romana repubblicana e imperiale, e guarderà ai processi di formazione e consolidamento delle strutture provinciali, che rappresentano gli assi portanti di imperi come quello persiano, seleucidico e romano. Le conquiste territoriali rimettono sempre in gioco gli assetti precedenti, e il mantenimento delle prime rappresenta una sfida costante per il centro del potere, richiedendo continui riaggiustamenti. Nel caso specifico di Roma, per il periodo imperiale, sulla scia di C. Letta, S. Segenni, Roma e le sue province (Carocci, 2015), ci si concentrerà sulle forme dell’organizzazione provinciale o su singole province nei loro molteplici aspetti, anche al fine di verificare il carattere non sempre unidirezionale, cioè dal primo alla seconda, dei rapporti tra centro e periferia.

Processi di crescita

Quanto al secondo punto, il termine ‘crescita’ (growth) negli studi antichistici si adopera di solito per indicare lato sensu le fasi di accelerazione nella vita economica. Finora la tendenza della ricerca è stata quella di affrontare in termini generali la valutazione della presenza o meno di crescita economica all’interno di una realtà statale antica. In senso affermativo, per le strutture imperiali, si procede muovendo dalla constatazione che esse favorivano il mantenimento della stabilità politica e il dominio della legge, condizioni oggi ritenute imprescindibili per la crescita. In senso opposto, insistendo sulle basi agricole dell’economia antica e sull’assenza di sviluppo tecnologico, si tende a negare l’esistenza di processi di crescita per il nostro periodo nella sua totalità.
Rispetto a tali posizioni aprioristiche, si intende affrontare l’indagine attraverso lo studio di aree e periodi specifici. Non potendo infatti disporre di dati che consentano analisi quantitative e generali, anziché affidarsi a valutazioni impressionistiche, si ritiene metodologicamente più corretto differenziare geograficamente (per regioni) e cronologicamente i processi di crescita. Nel concreto la ricerca si rivolgerà all’identificazione dei fenomeni di crescita facendo uso di ‘misuratori’, alla cui definizione è imprescindibile il contributo dell’indagine archeologica. Si prenderà anche in considerazione la circolazione di merci e la diffusione di repertori figurativi in rapporto all’emergere di nuovi centri di potere in area mediterranea. A partire dalla comparazione dei risultati ottenuti si intende elaborare un modello che, dando il giusto rilievo ai fenomeni di resilienza, evidenzi la dimensione parcellizzata ed episodica della crescita nel mondo antico.

Accelerations and Resilience: Expansion and Growth in the Early States and Empires of the Ancient World

In the last decades a common ground for scholars interested in the study of the ancient world has been found in economics, thanks also to books such as J.G. Manning, I. Morris (eds), The Ancient Economy. Evidence and Models (Stanford University Press, 2007). Among other things the authors discuss whether differences between diverse areas and periods reflect objective economic differences in the past, or are the result of variations depending on the nature of the sources and on disciplinary traditions. The study of ancient economy has been also fostered by the New Istitutional Economics (NIE), and its necessity to establish strong links between norms and rules both social and legal (institutions) and the economic processes. On this basis our project is divided into two interconnected ambits.

Expansion dynamics

For scholars involved in Oriental studies the discussion on Early States, their origin – based on factors as ideology (legitimization of power) and the production of surplus – and their developments has been of great importance (cf. H.J.M. Claessen, P. Skalník, The Study of the State, de Gruyter, 1981). The same importance has now the research on phenomena of social, ethnic, religious and cultural interaction between the different parts of Empires, representing factors contributing to cohesion or, vice versa, to disgregation. Moreover, the growing attention for archaeological data has permitted to expand the scholarly interest from the image offered by the State in official texts to its impact on the private dimension. In such a way a deeper consideration of processes of growth and change can be achieved.

As for the Greek and Roman world, special attention will be paid to the processes of formation and stabilization of provincial structures, the cornerstones of the Persian, Seleucid and Roman Empires. Territorial conquests call always into question pre-existing orders, and for their conservation flexibility by the centre of power is constantly requested. In the case of Rome (cf. C. Letta, S. Segenni (eds), Roma e le sue province. Dalla prima guerra punica a Diocleziano, Carocci, 2015), research will deal especially with provincial organization, in order to verify the nature and character – not always unidirectional – of the relations between centre and periphery.

Growth

In the study of the ancient world the term growth is used in order to indicate acceleration phases in the economic life. Until now research has faced this theme with an approach which is too much general. In the case of a positive answer, the fact that Imperial structures appear to be able to guarantee political stability, is thought as a precondition for growth. In the opposite sense, to stress the agricoltural basis of ancient economy and the absence of technological innovation, means to reject any possibility of economic growth.

Our aim is to study specific areas and periods because, being nonexistent general quantitative data, to avoid impressionistic judgements is preferable to consider the processes of growth separately both from the geographical and chronological points of view. We shall study different phenomena of growth making use of indicators, defined through the fundamental contribution of archaeology. An important role will be also played by the investigation on the idea of growth in the ancient Greek thought. Finally, comparing the results we intend to build a model which, giving due importance to resilience and its manifestations, can succeed in highlighting the episodic dimension of growth in the ancient world.

Back to top