Tavolette con iscrizioni cuneiformi e cretule con impronte di sigillo: le nuove scoperte della missione italo-irachena a Tell as-Sadoum, antica Marad (Iraq)

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Fig. 1 – Immagine da drone del sito di Tell as-Sadoum

Si è da poco conclusa la campagna di scavi archeologici sul sito di Tell as-Sadoum, nel governatorato di Al Qādisiyyah (Iraq centro-meridionale), 40 km a nord-est della città santa di Najaf, con importanti risultati e significativi ritrovamenti.

Il sito e lo scavo

Il sito, composto da varie colline di diversa altitudine e dimensioni che coprono un’area di 50 ettari (Fig. 1), si trova su un braccio dell’Eufrate, l’Arahtu, 50 km a sud di Kish ed è oggetto di un nuovo progetto di ricerca congiunto tra le Università di Pisa, Siena e al-Qādisiyyah.

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Fig. 3 – Porzioni di abitazioni in mattoni crudi nell’Area B

Gli scavi hanno interessato le fasi più antiche di un edificio templare che occupa la sommità del tell principale Bint ish-Shaikh (Area A) e lo scavo di due quartieri, uno residenziale (Area B), l’altro produttivo (Area I) (Fig. 2).

Di grande importanza il ritrovamento, in relazione alle abitazioni datate al periodo Isin-Larsa/Paleobabilonese (Fig. 3), di un centinaio di testi cuneiformi: otto tavolette intere o quasi, otto frammentarie, tre buste e centoventi frammenti di dimensioni più piccole (Fig. 4).

In prossimità del limite occidentale del sito, nell’Area I,  è stata esposta una sequenza di livelli di occupazione che sembra coprire tutto il periodo compreso tra la fine del III millennio a.C. (periodi di Accad e Ur III) e l’inizio del II (periodo di Isin-Larsa/antico paleobabilonese). Qui, oltre al ricco repertorio ceramico, sono state rinvenute novanta cretule in argilla di cui una quarantina con impronte di sigillo (Figg. 5-7), le altre con impressioni di corda.

Un ritrovamento eccezionale

“In generale le tavolette testimoniano la ricchezza e vivacità della vita economica e amministrativa delle antiche città della Mesopotamia e ci parlano spesso di transazioni contabili, questioni amministrative e giuridiche – spiega il dottor Anacleto D’Agostino, docente di Archeologia del Vicino Oriente all’Università di Pisa che ha coordinato il progetto – quelle che abbiamo trovato, di epoca Isin-Larsa/antico-paleobabilonese e che sono in corso di studio, contengono contratti di compravendita e lettere, e menzionano i nomi di sovrani, formule di datazione e forse il riferimento ad alcune città”.

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Fig. 5 – Cretula in argilla con impronte di sigillo

“Le tavolette inoltre potevano essere inglobate in “buste”, noi ne abbiamo ritrovate decine di frammenti – continua D’Agostino – cioè dei contenitori in strati sottili di argilla sulla cui superficie esterna era impresso l’argomento delle missive mentre l’impronta dei sigilli, con nominativi o immagini, serviva a vidimare il contenuto e ne garantiva l’autenticità”.

La complessità della civiltà dell’epoca è testimoniata infatti anche dai sigilli, spesso realizzati in pietre semipreziose, di fatto dei contrassegni univoci con cui personaggi importanti e funzionari si firmavano. Le scene che vi sono intagliate riproducono vari temi e sono spesso eseguite con grande attenzione e perizia da abili artigiani. Nelle impronte frammentarie ritrovate durante gli scavi, che datano probabilmente al III millennio a.C., ci sono ad esempio scene in miniatura che rappresentano eroi in lotta con animali selvatici ed esseri fantastici, divinità in trono, un leone che aggredisce una gazzella o capridi rampanti e un elefante.

Marad e il tempio Eigikalama

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Fig. 9 – Elaborazioni della tavoletta M19.02 da rilievo fotogrammetico 3D

Tell as-Sadoum è stata identificata con l’antica città di Marad, importante centro che, collocato tra Babilonia, Borsippa e Kish a nord-ovest e Nippur e Isin a sud-est, fu governata da un dinastia locale di sovrani nel corso del XIX secolo a.C.

Menzionata nelle fonti cuneiformi a partire dal periodo protodinastico, fu sede dell’importante tempio Eigikalama ‘Occhio del Paese’ consacrato al culto della divinità poliade Lugal-Marada, e attestato dal tempo di Lipit-ili, figlio del re accadico Naram-Sin (2254-2218 a.C.).

La vita di questo edificio, ricostruito nel corso del tempo, attraversa gran parte della storia dei paesi di Sumer e Accad, dal III al I millennio a.C., e fu oggetto di ricostruzioni da parte dei sovrani cassiti e neobabilonesi. Nel cilindro di Nabucodonosor II (626-539 a.C.), conservato presso i Musei Vaticani in cui vengono commemorate le attività edilizie del sovrano neobabilonese nella città di Marad, si riferisce anche del ritrovamento del deposito di fondazione del re accadico Naram-Sin, che fu conservato nelle nuove fondamenta del tempio insieme ai depositi di Nabucodonosor II.

Prospettive di ricerca

“Visti gli ottimi risultati di questa campagna e l’importanza dei ritrovamenti – conclude D’Agostino – la prospettiva è di continuare il progetto con una nuova missione sul campo anche nel 2020”.

In particolare, l’estensione dell’indagine nell’Area I, sui livelli di III millennio, e nell’Area B, sul quartiere abitativo che ha restituito le tavolette cuneiformi rappresentano tutti obiettivi raggiungibili in tempi brevi. Nell’area A, il ritrovamento del tempio accadico al di sotto di quello neobabilonese, menzionato nelle iscrizioni su cilindro di Nabucodonosor II, rappresenterebbe un altro obiettivo di grandissimo interesse.

Il progetto

Le ricerche a Tell as-Sadoum sono parte di un progetto più ampio di scavo, ricognizione e scambio di competenze che vede coinvolte le Università di Pisa, Siena e Al-Qādisiyyah, codiretto da Anacleto D’Agostino (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Università di Pisa), Valentina Orsi (Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali, Università di Siena) e Abbas al-Hussainy (Dipartimento di Archeologia, Università di Al-Qādisiyyah).

Alla campagna di scavi 2019 hanno preso parte come responsabile del rilievo topografico e fotogrammetrico Emanuele Taccola del Laboratorio di Disegno e Restauro del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Università di Pisa, l’archeologo Giacomo Casucci e i rappresentanti dello State Board of Antiquities and Heritage iracheno Waleed Abd al Munaam Yasif e Ghassan Adnan Abbas, oltre ai ragazzi e agli operai della città di al-Dīwāniyya e del sobborgo di al-Saniyyeh.

La spedizione è stata resa possibile grazie al fondamentale contributo della Fondazione Oriente Mediterraneo.

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    Fig. 1 - Immagine da drone del sito di Tell as-Sadoum

Rassegna web

La notizia delle ricerche e delle eccezionali scoperte effettuate durante l’ultima campagna in Iraq ha destato grande interesse nei media. Riportiamo di seguito un elenco di siti web che riportano la notizia:

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